È indubbiamente un dato di fatto: il nostro mare, negli ultimi decenni, ha corso il reale rischio di diventare un’immensa discarica.
Dall’inquinamento proveniente dagli scarichi delle città, che riversati nei fiumi senza nessun trattamento di depurazione raggiungono il mare, alle enormi quantità di fertilizzanti e pesticidi idrosolubili usati nelle aziende agricole che si riversano nelle falde acquifere e nei canali idrici superficiali, dagli scarichi industriali, alle scorie nucleari, dagli versamenti accidentali in seguito a incidenti navali, fino ad arrivare ai 12 milioni di tonnellate di rifiuti plastici che ogni anno vengono riversati nei nostri mari.
Ed è proprio la plastica che ha un impatto maggiore non solo sull’inquinamento delle acque ma anche sull’ecosistema mare. Sacchetti, polistirolo, materiali di imballaggi e plastiche varie, come sappiamo bene, non sono biodegradabili ed è sempre più facile trovarli negli apparati digerenti di balene, tartarughe, gabbiani…si stima che oltre 700 specie marine ne sono vittime, che scambiando i rifiuti per cibo trovano la morte per indigestione o soffocamento. Ma la parte peggiore è che la plastica può anche essere invisibile. Si parla sempre più di microplastiche, minuscoli frammenti di plastica dal diametro variabile (dai 330 micrometri ai 5 millimetri) nati dal deterioramento delle plastiche prime per effetto dei raggi ultravioletti, dei microbi e dagli stessi additivi chimici utilizzati nei sistemi produttivi. pericolosità per l’ambiente marino ma anche per l’uomo è dimostrata da diversi studi scientifici
L’inquinamento marino è una delle emergenze più impellenti da affrontare. Nascono così le AMP
Al di là dei più gravi e conosciuti fenomeni inquinanti, la salute dei nostri mari è minata anche da una serie di attività effettuate dall’uomo che, anche con semplici azioni a suo giudizio poco invasive, possono minare la flora, la fauna e la geologia di aree marine considerate particolarmente delicate e con un importante pregio ambientale e paesaggistico.
In tutto il mondo sono quindi nate le AMP (Area Marina Protetta), la cui attività consiste nel delineare una specifica zona di mare, nella quale si stabiliscono regole volte alla tutela e alla valorizzazione di tali aree, oltre alla realizzazione di particolari programmi finalizzati alla divulgazione e alla promozione di attività di diverso tipo.
In Campania l’AMP che è tra le più longeve d’Italia
Tra le AMP più longeve in Italia, vi è la “Punta Campanella”. Istituita nel 1997, la riserva marina, con i suoi 33 km di costa, lambisce la Penisola Sorrentina e la Punta San Germano. Un luogo straordinario dove storia e mito si fondono insieme a una natura rigogliosa e un paesaggio mozzafiato. Ci troviamo in Campania, in provincia di Napoli, nella zona in cui secondo la leggenda, Ulisse incontrò le sirene che ammaliavano i naviganti con il loro splendido canto. Obiettivi fondamentali dell’ente gestore sono la tutela e valorizzazione delle risorse biologiche e geomorfologiche, la divulgazione di tutte le caratteristiche degli ambienti marini e costieri, la promozione dello sviluppo eco compatibile. La tutela dell’area è garantita da alcuni vincoli e divieti, ma ciò non impedisce una fruizione corretta ed ecosostenibile di questo straordinario mare. In questi anni, grazie le attività svolte, l’area Marina ottenuto pregevoli riconoscimenti come le 7 bandiere blu, l’elevata biodiversità nella zona A e l’inserimento nell’elenco internazionale ASPIM (area specialmente protetta di interesse Mediterraneo). I fondali sono ricchi di vita, spesso si incontrano delfini, tartarughe e anche piccoli squali. Qualche anno fa l’incontro di alcuni subacquei con una rarissima teca ovarica di calamaro e con una tartaruga che riposava tranquillamente adagiata sul fondale. È attraverso diversi progetti, pur tra difficoltà economiche e di gestione, che l’ente gestore ha tutelato e rivalutato una zona di grande valenza naturalistica e paesaggistica. Il monitoraggio costiero e subacqueo, le attività di pulizia delle acque con lo spazzamare, il centro di recupero delle tartarughe marine e le numerose
azioni di educazione e comunicazione ambientale, hanno caratterizzato i più recenti anni di attività del parco che ha il difficile compito di tutelare un’area dal valore storico e culturale davvero notevole. Ma anche di valorizzarla, attraverso una serie di progetti in grado di sviluppare un turismo ecocompatibile di qualità. Come dimostrato dal campo ormeggio ecologico: qui i diportisti possono ormeggiare in tutta la sicurezza senza danneggiare la preziosa prateria di posidonia che caratterizza i fondali, o come dimostra il Centro Visite Interattivo, dove il visitatore entra letteralmente nel mondo subacqueo dell’area Marina attraverso video 3D, diorami che producono l’ambiente sottomarino e un acquario. La natura offre uno spettacolo unico. La ricchezza di biodiversità è un elemento che caratterizza inconfondibilmente l’area Marina di Punta Campanella. La sua varietà è favorita da particolari microclimi, dovuti ad un assetto geomorfologico accidentato, dove versanti aridi assolati si alternano a profondi valloni. Numerose insenature e anfratti creati da fenomeni erosivi, la pioggia, il vento ma soprattutto il mare, costituiscono un meraviglioso spettacolo naturale. In prossimità del mare è presente la vegetazione tipica della gariga, costituita da arbusti nani e poco addensati, capace di sopravvivere in ambienti poco ospitali. Le piante caratteristiche della macchia mediterranea ci sono tutte e in abbondanza. Un vero paradiso per gli escursionisti.
La tutela del mare passa anche per la salvaguardia del fondale
Ma l’area Marina protetta Punta Campanella rappresenta un paradiso soprattutto per i subacquei. Lo scoglio del Vervece, zona A di riserva integrale, è situato a circa 1000 m dal porticciolo di Marina della Lobra, a Massa Lubrense. È un vero e proprio santuario del mare per la presenza a -12 m della statua di una Madonnina che protegge le immersioni dei sub. L’immersione è consentita previa autorizzazione da parte dell’ente gestore che ha posto limiti al numero di frequentazione da parte dei subacquei. Dalla superficie al fondo, il Vervece racchiude tutto il fascino dell’immersione in Mediterraneo. Appena sotto il pelo dell’acqua, le pareti sembrano giardini fioriti ricoperti da Parazoanthus con i polipi aperti in corrente, pronti a catturare particelle planctoniche. Stelle marine si adagiano sulle gialle colonie mentre centinaia di pesci dalle livree multicolori volteggiano intorno ai sub.
Quello dell’area Marina protetta Punta Campanella è solo uno degli esempi scelti per l’efficacia degli interventi, dell’importanza che ha per il mare costiero l’occhio attento e le attività di salvaguardia di associazioni ed enti impegnate, seppur a livello locale, al fine di tutelare il mare, la sua flora e la sua fauna.
Puoi partecipare anche tu ad un mare più pulito partecipando al volontariato ambientale promosso dall’associazione Keep the Planet.