Sul numero di febbraio del mensile online La Scienza Verde, appare un articolo molto interessante sull’emergenza relativa al cibo che mangiamo. Siamo quello che mangiamo, bene, ecco cosa mangiamo.

Emergenza cibo: dalla natura al consumatore

Il cibo, tra tavole imbandite e pubblicità ingannevole, oltre ad essere una necessità fisiologica, rappresenta purtroppo una delle prime fonti di inquinamento biologico del nostro organismo.
Varie televisioni si accaparrano cuochi di prestigio internazionali per insegnare alle casalinghe a preparare gustosissimi manicaretti.

Sembra che la gente sia molto interessata al cibo come soluzione agli stati confusionali prodotti da una società in frantumi.
Si parla poco della qualità dei cibi mentre si parla molto di ciò che appare e di ciò che sembra essere attraente per i consumatori. Infatti vediamo sulle confezioni immagini di contadine, fattorie con animali, staccionate, recinti ecc. di una Italia agricola di altri tempi.

Eppure tutti hanno sperimentato disturbi digestivi, acidosi, cefalee, intolleranza, allergie, obnubilamenti della coscienza e fastidi di vario genere e questi disturbi non sono legati al caso ma a quello che abitualmente mangiamo tutti i giorni e allo stesso stile di vita che conduciamo (fast food, tavole calde ecc.).
La maggior parte di tutto ciò deriva purtroppo dal fatto che la stupidità umana si è sostituita all’intelligenza della natura la quale è costretta a produrre cibi avvelenati da tutte quelle sostanze che vengono immesse nei terreni che dovrebbero favorire la forma, la quantità e la qualità dei cibi prodotti: pesticidi, fungicidi, erbicidi, anticritt gamici, OGM e anche nella fase di lavorazione e conservazione industriale dei cibi stessi.
C’è da chiedersi. Come è possibile che ciò che uccide un insetto possa essere utile alla pianta? Che differenza c’è tra una cellula vegetale e una cellula animale o tra un organismo vegetale o un organismo animale?

Emergenza cibo: la natura è offesa